Il Costa Concordia è tornato a galleggiare nella giornata di ieri, ma i lavori sono proseguiti per tutta la notte.
I tecnici, dopo averla fatta salire di due metri e averla spostata di 30, hanno ancorato e stabilizzato la Concordia in modo da poter proseguire le operazioni che consentiranno il rigalleggiamento vero e proprio e, successivamente, la partenza.
“Nei prossimi giorni – ha detto ieri al termine della prima fase il responsabile del progetto di rimozione, l’ingegner Franco Porcellacchia – lavoreremo in maniera continuativa per l’abbassamento dei cassoni, che sul lato di dritta non sono ancora in posizione, e per posizionare le ultime catene”.
Un lavoro, come ha spiegato Nick Sloane, che durerà 48 ore. “Ci vorranno circa due giorni per mettere i cassoni in posizione, tra mercoledì e giovedì saremo pronti per il rigalleggiamento definitivo”.
E così, 911 giorni dopo il naufragio, la nave ritorna a galleggiare ed è più lontana dall’Isola del Giglio di 30 metri, pronta per esser trainata verso il porto di demolizione, in quello che molti hanno definito un corteo funebre.
Nel ricordo dei Gigliesi rimarrà la notte del naufragio e questi anni con un relitto così vicino alla costa, nella mente di tutti la memoria delle 32 vittime innocenti.
Dopo la rotazione portata a termine senza una sbavatura a settembre scorso, anche la prima fase del rigalleggiamento del relitto è filata via liscia: i tecnici avevano previsto di alzare la nave di due metri dal falso fondale dove appoggiava e di spostarla di 30 metri ad est, per consentire le successive operazioni, e così è andata.
“Il programma sta andando come doveva – sottolinea il responsabile del progetto Franco Porcellacchia – la nave galleggia da sola e questo non era proprio scontato“.
Un successo che investe sia il privato, che ha messo soldi, professionalità e competenze in un progetto mai realizzato prima e di cui l’Italia è una parte non certo marginale, sia il pubblico, che ha creduto in quella folle idea e ha controllato che fosse realizzata nel rispetto delle leggi e soprattutto dell’ambiente.
Ma siccome l’Italia è ancora quel paese dove l’interesse generale arriva sempre dopo quello particolare, l’ennesima e inutile polemica si materializza quando in mare stanno ancora lavorando per ancorare il relitto.
La apre il governatore della Toscana Enrico Rossi, che ancora non riesce a farsi una ragione del fatto che Genova è Italia esattamente come Piombino, e la prosegue il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti con la classica formula “non è una critica ma”.
Al netto delle parole, quel che però contano sono i fatti. E i fatti, oggi, dicono, che la fase più rischiosa del rigalleggiamento, quella del distacco dal fondo del mare appunto, è stata portata a termine senza problemi.
“Finora – dice il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli – non c’è stata la benché minima anomalia. Si è registrato solo un piccolo inconveniente di carattere tecnico nel rilascio dei cavi, che non ha pregiudicato minimamente la bontà del progetto”.
“Chi ben inizia è a metà dell’opera ma è bene quel che finisce bene – sottolinea Galletti – noi abbiamo iniziato bene ma l’operazione finirà solo quando la nave sarà a Genova. Dunque manteniamo e manterremo la guardia alta, nella più assoluta trasparenza e professionalità, come fatto in questi due anni e mezzo”.
Guardia che spetta, come ricorda ancora una volta Gabrielli, allo Stato. “Per le questioni tecniche è signore e padrone Nick Sloane. Ma se gli aspetti tecnici diventano confliggenti con l’interesse pubblico e ci rendiamo conto di una situazione di criticità, allora abbiamo il dovere e il compito di intervenire”.
Quella di ieri è stata una giornata decisiva. L’ennesima, non l’ultima. Intorno alle 11, due anni e mezzo dopo il naufragio, la nave è tornata a galleggiare.
Entusiasmo contenuto, nessun applauso, ha raccontato l’ingegnere italiano Paolo Cremonini, uno dei direttori tecnici presenti nella Roc, “perché quello lo faremo alla fine. Siamo rimasti molto concentrati, abbiamo ancora davanti molto lavoro”.
Sloane, però, si è concesso una gag, per smorzare la tensione. E, volgendosi ai ‘suoi’, a mo’ di conduttore televisivo, ha annunciato sorridente: “Ladies and gentlemen she’s refloating”.
Come ogni giorno, il gruppo di Sloane il giorno prima si era riunito per fare il punto della situazione.
C’era anche Sergio Girotto, il project manager della Micoperi. “Al countdown per l’avvio delle operazioni – ha raccontato – visto che eravamo alla vigilia, per darci la carica qualcuno ha detto: ‘E’ venuto il momento del clap’. Ed è partito lo scambio di ‘5’ fra i presenti, Sloane compreso”.
L’ingegnere sudafricano ieri ha passato quasi 14 ore sul relitto.
Ma quando è uscito non si è sottratto all’assalto delle telecamere. Sorridente, ha raccontato la giornata senza enfasi: “La nave si è staccata dalle piattaforme ed è un buon inizio. Tutto è filato liscio come l’olio”.
Tutto normale insomma.
Fonte: Ansa
Riflessioni della Redazione:
E’ fuor di dubbio che tutta l’operazione sino a questo punto sia stata un successo, dovuto alla perizia e all’ingegnosità di chi non si è mai dato per vinto e di chi ha investito milioni di euro per far sì che ciò accadesse: lasciando da parte tutto in circo di menagrami, di promesse politiche non mantenute, di gente che ogni occasione è buona per guadagnarci.
L’affaire Concordia a quanto pare è convenuto a tanti sul territorio per vari motivi che non stiamo qui ad esporre.
Il nostro punto di vista è che, al di là della tragica perdita di vite umane, impagabile da qualsiasi punto di vista, il resto si sia subito trasformato in un circo equestre dove gli attori protagonisti spuntavano ogni piè pari cercando la ribalta sui mass-media che sulla vicenda hanno sempre tenuto i fari accesi, puntando il dito severo e ammonitrice da giustiziere, solo per “dovere di cronaca” ma che è stato solo l’ennesimo fare audience con la tragedia.
Ben venga l’articolo dell’Ansa che finalmente accende una piccola luce in “quel paese dove l’interesse generale arriva sempre dopo quello particolare”, dove se non c’è polemica non si riesce ad andare avanti.